LA SERIE "E"

(ESTENSIONE)

 

Raggruppa altre tre mutazioni responsabili della diversa distribuzione di eumelanina e feomelanina. Seppur inizialmente siano state messe sulla stessa serie, secondo gli ultimi studi, sembra che queste mutazioni non siano alleliche tra loro ma si trasmettano in modo indipendente.

 

Il fattore maschera scura "Em"

Comporta la comparsa di peli scuri (eumelaninici) sulla maschera. I cani con maschera sono dominanti su quelli senza maschera. L'espressione della maschera è però soggetta all'azione di modificatori che ne determinano un azione più o meno forte. Se l'azione di "Em" è debole, il pigmento scuro si limiterà al muso o al contorno della bocca. Un'azione più forte produce via via cani a maschera sempre più completa fino ad arrivare nei soggetti ad azione fortissima a una colorazione scura di tutto l'anteriore, compreso il petto e addirittura gli avambracci. Questa mutazione non è in alcun modo legata alla carbonatura. Possiamo infatti osservare Boxer e Alani con mantello completamente fulvo senza traccia di carbonatura, ma con maschera completa come pure Collie o Bassotti molto carbonati ma con maschera chiara. L'effetto più evidente di questo fattore lo si ha su cani fulvi.

Se agisce su cani focati, può far sparire le pasticche sopra gli occhi e se l'azione è molto forte elimina anche le focature al petto, producendo pseudo-neri che possono quasi confondersi con i neri propriamente detti.

L'interazione di "Em" con "A", invece, non produce effetti evidenti, in quanto la maschera scura non si nota su un cane già tutto scuro.

 

 

Il gene tigrato "Ebr"

 

Si tratta di una mutazione dominante che provoca la comparsa, nelle zone colorate da feomelanina, di peli eumelaninici disposti in striature che corrono la stessa direzione verticale delle costole. A differenza della mutazione "carbonato", questa non è una retromutazione. Infatti il pigmento scuro viene "introdotto" anche nelle zone in cui non sarebbe presente. Ne consegue che l'effetto di questo gene è riscontrabile sia sui fulvi, che sui focati nei quali produce focature tigrate. La percentuale di peli scuri rispetto a quelli chiari varia da soggetto a soggetto. Quindi a seconda dei modificatori presenti possiamo avere tigrati più o meno scuri. L'interazione tigrato carbonato inoltre può produrre cani molto scuri, che da lontano possono sembrare addirittura neri (es. Cane Corso). L'interazione focato + tigrato + maschera scura può produrre cani indistinguibili dagli "A".

 

 

Il gene fulvo "e"

 

E' un gene recessivo che provoca la scomparsa di tutte le eumelanine del mantello. Le altre eumelanine (occhi e mucose) rimangono inalterate o quasi. In effetti il pigmento nei cani fulvo "e" è molto più debole: solo una selezione attenta e mirata produce cani con tartufo scuro. In molti casi vi è invece una depigmentazione parziale, che tende ad accentuarsi in alcune stagioni dell'anno. Il mantello dei cani "e" è però sempre privo di qualsiasi eumelanina. E' questa è la principale differenza che permette di riconoscere i soggetti fulvi"e" da quelli "ay", con i quali rischiano di essere confusi. Le vibrisse nei cani "e" sono sempre bianche, anche se si trovano su un area pigmentata. Non ci possono essere né tigrature, né maschera nera, né carbonatura. Solo feomelanina. La mutazione "e" quindi produce un effetto identico su cani "A", "at", "ay", "as" e forse anche "aw". Le mutazioni di questo tipo sono dette epistatiche. Pur essendo recessive, mascherano l'azione dei numerosi altri geni che restano presenti allo stato latente e possono manifestarsi nella progenie qualora questa erediti un mantello di tipo "E" dall'altro genitore.

I Labrador "e e", ad esempio, sono geneticamente "A A". Infatti quando viene meno l'azione di "e", si hanno sempre Labrador neri. Il colore focato non esiste in questa razza. Gli Zwergpinscher "e e" sono, viceversa, geneticamente focati "at at", in quanto non esiste il colore nero nello Zwergpinscher. I Cocker e i Bassotti "e e" possono essere geneticamente "A", "at", "ay" .... se non lo si riesce a dedurre dall'analisi degli ascendenti, per saperlo, bisogna accoppiarli.

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